Uno sguardo oltre il Muro - Rappresentanza in Italia
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La crescente estraneazione tra gli europei è un problema serio: questa è l’opinione del filosofo e germanista Angelo Bolaffi. La letteratura dei paesi confinanti non viene più tradotta; pochissimi film tedeschi arrivano nei cinema italiani. “In Europa non ci si conosce più”, così si è espresso Bolaffi. Bisogna tornare a parlarsi, anche o soprattutto se vi sono punti di vista differenti. L’incontro del Presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, con il Presidente della Repubblica Federale di Germania, Joachim Gauck, a Torino ha mostrato come per le più alte cariche dello Stato l’amicizia italo-tedesca sia importante, e che i nostri due paesi dovrebbero assumere un ruolo guida in Europa.
La sorprendente svolta del 1989
Per l’ex ambasciatore italiano a Bonn Luigi Vittorio Ferraris, attivo nella capitale della Germania ovest dal 1980 al 1987, la caduta del Muro fu una vera e propria sorpresa. Nessuno quella sera se lo sarebbe aspettato: l’attuale Presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano il 9 novembre 1989 si trovava a Bonn per incontrare il Cancelliere Willy Brandt, Helmut Kohl invece era a Varsavia. Ma per Ferraris l’aspetto più straordinario della Wende è il fatto che questa fu una ‘rivoluzione pacifica’: quasi un miracolo.
Il ruolo del Papa
Stefan Von Kempis, secondo caporedattore presso la redazione tedesca di Radio Vaticana, ha sottolineato come la Chiesa evangelica della Germania Est abbia influenzato moltissimo la caduta del Muro, poiché fu proprio qui che il movimento di protesta dei cittadini trovò una patria. Il ruolo di Papa Giovanni Paolo II nella Wende invece, secondo il giornalista, è sopravvalutato. A Berlino Jacob Meisner, il quale presiedeva la conferenza dei vescovi di Berlino dal 1980, fu trasferito a Colonia; in Polonia il cardinale Wyszyński cercò di arginare l’influsso del Papa. Naturalmente Giovanni Paolo II si è rivelato una importante autorità morale, riconosce von Kempis. Ma la sua concreta influenza politica su questi eventi andrebbe esaminata in modo critico.
Il cinema tedesco prima e dopo la Wende
Per Claudio Siniscalchi, professore di storia e critica del cinema presso l’Università Lumsa, „Le vite degli altri“ (2006), grande successo internazionale, è il film che esperti e critici di cinema stavano aspettando da tempo, dopo l’apice raggiunto dal cinema tedesco negli anni ’70 e ’80. Paola Dalla Torre, professoressa di storia e critica del cinema presso l’Università di Tor Vergata, ha invece rilevato come nel film “Goodbye, Lenin!” (2003), attraverso il fenomeno della Ostalgie, vengano messi in risalto i singoli prodotti commerciali e di consumo della Germania Est: questa operazione nasconde la complessità della storia e la riduce a singoli simboli.
Traduzione a cura di Irene Fornari.