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Europa: Verso la Comunità Europea di Difesa?

di Patricia Liberatore

Evento in cooperazione con la Fondazione Alcide De Gasperi

Da un punto di vista simbolico non ci sarebbe occasione migliore del “giorno europeo” per parlare di una politica comune di difesa, osserva Angelino Alfano durante il suo discorso di apertura all’evento. Se la visione dei padri fondatori di una Comunità Europea di difesa fosse, infatti, oggi realtà, l’UE sarebbe sicuramente più forte, unita e sicura sulla scena globale, è convinto il Presidente della Fondazione De Gasperi.

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La conferenza intitolata “L’Unione Europea verso la CED 2.0”, che si è svolta il 9 maggio presso il Palazzo Wedekind, era rivolta ad esperti, parlamentari e alti rappresentati militari.

Gli esperti hanno discusso, soprattutto, sugli ostacoli e punti deboli da affrontare per fare dei passi concreti verso la CED.

Il Generale Vicenzo Camporini, Vicepresidente dell’Istituto Affari Internazionali, ha messo in evidenza le debolezze della cosiddetto PESCO "Permanent Structured Cooperation" – un’iniziativa promossa dall’UE nell’ambito della politica di difesa e di sicurezza. Nel suo progetto originario la PESCO doveva essere composta da solo quattro Stati, oggi avrebbe, invece, 25 Stati Membri, che voterebbe all´ unanimità. Questa ricerca di un consenso non sarebbe necessariamente un punto di forza, ricordava il Generale Camporini.

Karl-Heinz Kamp, Presidente dell’Accademia federale per le politiche di sicurezza, criticava il budget ristretto per la sicurezza e difesa. La spesa degli Stati Europei sarebbe, soprattutto in confronto agli Stati Uniti, troppo ridotta. Di fronte a questa realtà, non ci si dovrebbe stupire che l’obiettivo di aumentare la spesa per la difesa al due percento del PIL sembra essere un ostacolo pressoché insuperabile e che l’Europa non può competere al livello internazionale.

Gli Stati Uniti si concentrano tendenzialmente sempre di più sul proprio contesto nazionale e sono poco interessati a formare delle alleanze internazionali. Tenendo conto di questo fatto, si dovrebbe lavorare su una difesa europea forte ed efficace, che è complementare, anziché concorrenziale, alla NATO, è convinta Carmen Romero, vicesegretario generale della divisione Public Diplomacy della NATO.

Secondo Claudio Graziano, Presidente del Comitato militare dell'Unione Europea, la missione EUNAVFORMED costituirebbe, invece, un esempio di successo al livello europeo. Tale iniziativa congiunta non solo sarebbe indispensabile per poter combattere la criminalità organizzata, ma rappresenterebbe attualmente anche un pilastro essenziale della cooperazione europea in ambito di sicurezza e difesa, così Graziani.

L’esperto di sicurezza ed ex-deputato, Andrea Manciulli – ora Presidente della Fondazione Fincantieri - auspica una più stretta collaborazione tra NATO ed UE, incentivando così anche dei investimenti maggiori per la sicurezza.

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