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Elezioni tedesche, Marian Wendt (CDU): “Ue data per scontato, continui a farsi vedere concretamente”

A German perspective. After the regional elections and at the forefront of the national elections in fall 2017.

Marian Wendt MP presenta il suo punto di vista sulla attuale situazione politica in Germania.

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“Da noi l’Europa è sempre importante e addirittura scontata quando parliamo di certi temi, quali immigrazione e legge sulla privacy”. A parlare è Marian Wendt, vice presidente del gruppo italo-tedesco del Bundestag, membro della Commissione Affari interni del Parlamento e della Commissione Agenda digitale, nel corso di una tavola rotonda organizzata mercoledì a Roma dalla Rappresentanza in Italia della Konrad-Adenauer-Stiftung (KAS).

Il tema è quello delle elezioni federali del 24 settembre, quando la Germania sarà chiamata a scegliere i membri del nuovo Bundestag, con i partiti più grandi CDU (Unione Cristiano-Democratica di Germania) e SPD (Partito Socialdemocratico di Germania) che hanno schierato come candidati alla cancelleria Angela Merkel e Martin Schulz. La prima governa dal 2005, il secondo è stato presidente del Parlamento europeo dal 2012 al gennaio 2017.

Mentre in Francia un forte vento antieuropeista ha rimesso al centro delle elezioni l’Unione così duramente attaccata dalla destra di Marine Le Pen, “in Germania, no, non mettiamo in forse l’Ue” come tema elettorale. Né, conferma Wendt, esiste nel Paese un sentimento populista che metta in discussione l’appartenenza o la stabilità dell’Unione. L’unico “sentimento” che tra la popolazione rileva il parlamentare tedesco è il bisogno che “l’Europa continui a farsi vedere concretamente tra i cittadini, non solo su finanza, viaggi e sociale, ma soprattutto sulle migrazioni”, tema caldo per questa Unione europea a 60 anni dalla sua fondazione.

“La gente si aspetta una presa di posizione chiara da parte dell’Ue: chi ha diritto di entrare, come stabilizzare la Libia, come difendere le frontiere. Di certo si registra un ‘No’ a un movimento migratorio incontrollato”, ha spiegato Wendt, sottolineando che Bruxelles “non può lasciare soli certi Stati, come l’Italia” e indicando l’importanza degli accordi di cooperazione: “Quando in Serbia abbiamo portato poliziotti e videocamere, la migrazione illegale si è ridotta immediatamente”.

Alla possibilità di istituire un bilancio dell’Eurozona come pensato dal neo-eletto presidente francese Emmanuel Macron, Wendt si è detto contrario: “Abbiamo già un bilancio europeo, con un fondo di coesione”. E inoltre, “sono molto prudente sulla comunitarizzazione dei debiti, si rischia di andare oltre la volontà dei cittadini. Non vogliamo pagare debiti altrui”.

Per Wendt, “innovazione” è la parola chiave quando si parla di esportazione: “Trump ci accusa del fatto che negli USA ci sono più macchine tedesche di quante ce ne siano di americane in Germania. Non può pensare di chiudere il mercato, piuttosto migliori il prodotto”. Innovare è anche la sfida rispetto alla disoccupazione, quando diventa strutturale: “In Germania l’8% dei giovani non sono qualificati. La questione diventa allora unire offerta formativa ed esperienza pratica”.

A quattro mesi dalle elezioni federali, “è ancora difficile prevedere cosa potrebbe accadere. Noi CDU, ndr, siamo consapevoli che il 30-40% degli elettori decide cosa esprimere alle urne nelle ultime 72 ore prima del voto, ore cruciali. Sappiamo anche che il vincitore sarà deciso su basse percentuali e che quindi ogni voto conta, per questo continueremo a lavorare bene fino alla fine”. Questo significherà, spiega Wendt, continuare a insistere su “pochi temi e molto concreti”, tra i quali “sicurezza e (anti)terrorismo, specificatamente la richiesta di più funzionari di polizia, promozioni per chi costruisce una casa e l’abolizione della doppia cittadinanza per cittadini non dell’Ue”.

Autore: Anna Serafini, giornalista e Advisers OGIE

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Caroline Kanter/Marian Wendt MP

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